LE ORCHIDEE . L’ UMIDITA’ E LA VENTILAZIONE (quarta parte)

In natura la temperatura e la luce sono elementi vitali per le orchidee. Ma le altre cose che non mancano mai sono anche l’aria e l’umidità!

Così ovviamente non è negli appartamenti.

Eppure, in abbinata con gli altri elementi, l’umidità sicuramente non manca in alcune zone dei nostri appartamenti, come in bagno o in cucina.

La coltivazione di tutte le orchidee è favorita da un livello ottimale di umidità, sia essa provenga da terreno (o dal vaso) appena irrigato o dall’aria. Quindi possiamo dire che l’umidità ha un grande influsso sulla coltivazione delle piante.

Un’umidità elevata dell’aria permette di ottenere un tasso di umidità ottimale tutt’attorno alla pianta, favorendone la crescita e lo sviluppo.

Ma ovviamente il mantenimento di un tasso di umidità elevato deve essere abbinato ad uno studio approfondito del nostro ambiente – (dove viviamo anche noi 🙂 ) – al fine di creare il giusto microclima  per le piante, senza prescindere dalle persone che vivono nell’appartamento.

Semplificando molto, possiamo dire che l’umidità presente nell’aria non deve in nessun modo ostacolare l’evaporazione dell’acqua presente nel vaso e sulla pianta.

In natura il vento muove l’aria e la fa circolare.

Per questo l’aria “stagnante” non va mai bene, come allo stesso modo non vanno bene le correnti d’aria fredde o calde che siano.

Quali sono quindi le soluzioni?

Con un compromesso accettabile, (soprattutto dalla mia compagna 🙂 ), riesco a coltivare svariate specie di orchidee nel mio appartamento (si veda la galleria in home ), mettendo nella zona delle piante un umidificatore e posizionando le orchidee sopra dei sottovasi pieni d’acqua – con sopra una rete – per fare in modo che le radici non tocchino la stessa.

In inverno sono passato dalla dannosa umidità del 25-30% ad un 50% nell’ambiente, con punte del 60-70% nella zona delle orchidee.

Senza dilungarsi in noiose analisi climatiche, è da sapere che un’elevata umidità (e soprattutto il suo ristagno nell’aria) può provocare numerose malattie fungine.

Ecco perchè, anche se non viene molto considerato dai coltivatori domestici, è importante che in ogni stagione, l’aria circoli.

Per far ciò l’uso di piccolissimi ventilatori è auspicabile e, se proprio volete evitarli, cercate di far circolare l’aria in maniera naturale. Ovvio, a gennaio o febbraio non è possibile come in piena estate!

Ricordate che l’aria deve avere la temperatura, il grado d’umidità e la forza giusta.

E con questa 4^ parte finisce il lungo articolo sulle creazione del microclima ideale per le orchidee nei nostri appartamenti.

Buona coltivazione a tutti!

Tutte le parti di questo articolo.

RIPRODURRE L’HABITAT NATURALE PER LE ORCHIDEE. (Premessa )
ORCHIDEE E TEMPERATURA. SERRA FREDDA, INTERMEDIA O TEMPERATA, CALDA. (Seconda parte)
LE ORCHIDEE E LA LUCE (terza parte)

8 pensieri riguardo “LE ORCHIDEE . L’ UMIDITA’ E LA VENTILAZIONE (quarta parte)”

  1. Buongiorno. Da poco mi sto cimentando con alcune phalaenopsis prese al supermercato, puntando più sulla loro sopravvivenza (per il momento) e benessere che allo step successivo della rifioritura, anche se capisco bene che il secondo sia una conseguenza del primo.
    Mi trovo ad affrontare il dilemma del microclima. Tengo le piante in bagno dove posso beneficiare di una buona luce non diretta e temperature piuttosto in linea con quelle esterne (che va bene per ora ma in inverno sarà un problema) ed una umidità migliore che non nel resto della casa pur rimanendo piuttosto bassa per le loro necessità. Dopo aver avuto molti problemi di marciume a causa del substrato poco traspirante mi chiedo ora se la soluzione del sottovaso con argilla espansa umida sia giusta, visto che anche se non in contatto diretto con l’umidità, l’argilla comunque chiude i fori di traspirazione che si trovano tutti sul fondo. Inoltre se volessi installare un sistema di ventilazione, questa dovrebbe puntare al ricircolo della pianta o al sotto del vasetto? E se per aiutare l’evaporazione dell’acqua mettessi una serpentina nel sottovaso con l’argilla, sarebbe una buona soluzione o graverei ulteriormente le piante a causa della fonte di calore dal basso? Grazie

    1. Ciao Matteo…
      Benvenuto in questo mondo affascinante.
      Hai fatto un ottima premessa, seguila e i risultati arriveranno.
      Per le phalaenopsis basta che non scendi sotto i 15° mi raccomando e tieni inoltre presente che la fioritura avviene (di solito per questo genere) dall’ inizio inverno all’inizio primavera.
      In questo periodo, sia per seguire la fioritura che per godertela le porterai sicuramente in altre stanze diverse dal bagno.
      Sempre per le phal ti consiglio bark pezzatura grande (dipende dalla grandezza della pianta ovviamente), il marciome è sempre “frutto” di nostri errori soprattutto nell’irrigazione.
      Io non metto mai le phal in contatto con l’argilla anche se faccio buchi lungo i fianchi del vaso, non tanto perchè l’argilla otturi i fori (l’argilla “respira”) ma perchè il problema/fenomeno della capillarità esiste.
      Guarda la seconda foto di quest’articolo…. sottovaso con acqua, rete, pianta…
      Io faccio così.
      Inoltre, senza dilungarmi in varie considerazioni personali leggi questo articolo dell’Associazione Lombarda Amatori Orchidee dal titolo molto significativo
      L’argilla espansa nei sottovasi è davvero utile? … ci trovi anche la risposta sulla serpentina!

      Ciao e grazie per la visita!

    1. Ciao.
      Il più delle volte sui fiori (specialmente delle Phalaenopsis) i punti neri derivano da un fungo.
      Esso è causato da troppa umidità sulla fioritura che può essere dovuto da nebulizzazioni, da scarsa luce solare, da scarsa circolazione dell’aria o da errato posizionamento dell’orchidea.
      Ti consiglio di rimuovere i fiori e di fare un trattamento prima che si estenda magari anche alla parte verde della pianta.

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