L’IMPIANTO AD OSMOSI INVERSA. ISTRUZIONI PER L’USO!

Nel precedente articolo abbiamo parlato dell’importanza del fertilizzante quale “elemento nutritivo” per le nostre orchidee.

Come più volte detto, le radici delle orchidee sono molto sensibili a quanto “trasportato” dall’acqua per irrigazione, siano essi sali minerali, microelementi  o macroelementi vari, sostanze “nutritive” o altro. Calcare, cloro e sodio, che molte volte sono presenti nell’acqua dei nostri rubinetti, non sono certo elementi “benefici” per esse.

Vi garantisco che lasciar decantare l’acqua per almeno 24 ore (antica credenza popolare) al fine di far depositare sul fondo quanto nell’acqua è contenuto, non risolve il problema!

Produzione acqua da osmosi inversa.

Al fine di poter avere una ottima base di partenza, l’acqua per irrigazione deve quindi essere il più pura possibile (valore tendente allo 0 ppm e pH leggermente acido 6,7 – 6,9), valori che solo l’acqua piovana o da osmosi inversa ci può dare. Attenzione però… ho scritto come “base di partenza” in quanto la stessa va opportunamente corretta sia per quanto riguarda l’acidità, che per quanto riguarda “le sostanze nutritive” presenti (o per meglio dire “assenti”) in essa.

Quindi, ecco spiegato il perché sia così importante la misurazione dei valori dell’acqua. Solo sapendo i valori iniziali potremmo intervenire e variare gli stessi, portandoli a dei valori ottimali sia per il pH che per la quantità dei sali disciolti nella stessa.

Ma perchè ho abbandonato la raccolta dell’acqua piovana?

L’acqua piovana nelle nostre regioni non è sicuramente quella dei Tropici o dell’habitat naturale delle orchidee, in quanto la nostra atmosfera è più o meno inquinata. Tanto per fare un esempio la prima pioggia che cade può avere valori anche di 20 -30 ppm (a seconda delle zone dove abitate ovviamente 🙂 ) per scendere sino a 1 -2 ppm dopo che la pioggia cade interrottamente, magari per un paio di giorni, e cioè dopo aver pulito per bene l’aria. I valori maggiori sono polveri sottili ed altre sostanze “volatili” presenti nell’atmosfera. Inoltre, fattore non secondario per chi coltiva in appartamento è quello che fare scorta di acqua piovana può risultare molto difficile, come altrettanto difficile può essere lo stoccaggio della stessa.

Quali sono i miei consumi e perché uso un impianto ad osmosi inversa?

Come media, considerando tutto, compresa la lisciviazione del substrato delle piante, posso quantificare il mio fabbisogno idrico in circa 1 lt a settimana per pianta, e quindi, ad oggi, circa 100 litri alla settimana. Se ci aggiungo pure l’acqua per le piante carnivore mi servono almeno 150 litri di acqua “pura”. Ecco perché mi sono stufato di seguire le “bizze” del tempo…. O di dover fare corsi per la “danza della pioggia” 🙂 🙂 !!!

Ed eccoci quindi arrivati finalmente a parlare dell’impianto ad osmosi inversa.

Cosa si deve sapere?

Prima di tutto che per chi ha sino a circa 200 piante (tra orchidee e carnivore) non serve un grande impianto.

Quello che vedete nella foto sopra è più che sufficiente. Con esso riesco a fare circa 280 litri di acqua demineralizzata al giorno. Il prezzo varia a seconda della capacità di produzione del medesimo, produzione che oscilla (per questa marca) tra i 180 litri e i 680 giornalieri.

L’impianto va installare vicino ad un rubinetto, non serve corrente in quanto il processo ha come “elemento di attivazione”, la pressione dell’acqua. “Osmos” in greco vuol dire – per l’appunto  – “spinta”.

Per dirla nel modo meno accademico possibile il principio su cui si basa l’osmosi inversa è fondato sul passaggio dell’acqua attraverso una membrana semipermeabile, acqua che passando attraverso un circuito forzato genera due soluzioni: una ad elevata concentrazione e l’altra molto diluita o quasi priva o pura, la classica acqua demineralizzata, dove sono state rimosse la quasi totalità delle sostanze sospese e/o disciolte.

Nella tabella seguente i valori dell’ acqua prelevata da rubinetto e quelli di quella generata dall’impianto, compresa quella di scarto.

Di per se l’impianto è già assemblato, l’unica cosa da fare è ricordarsi di far correre l’acqua attraverso il filtro carbone (che produrrà un acqua nera da buttare) prima di collegare ed attivare completamente il circuito, inserire la membrana osmotica nel tubo centrale (quello più grosso), collegare il tutto ad un rubinetto e … produrre acqua demineralizzata o “distillata” !

Importante fare una considerazione prima di decidere se acquistare tale impianto. L’ impianto ad osmosi inversa (o per meglio dire la sua membrana), produce mediamente un 25-30% di acqua pura (il cosidetto permeato) rispetto al flusso in ingresso, e quindi vi è circa un 70 -75% di acqua“pesante” o di “scarto” da non usare per irrigare le orchidee o le carnivore. Impianti più grandi e specifici riducono le percentuali di “acqua pesante” ma i costi ovviamente cambiano.

Per chi abita nella mia zona (Trento) l’impianto è acquistabile dall’amico Carlo dell’ “Aquarium Center” di via Brennero 115; il costo si aggira attorno ai 90 €.

Buona irrigazione a tutti.

5 pensieri riguardo “L’IMPIANTO AD OSMOSI INVERSA. ISTRUZIONI PER L’USO!”

  1. Ciao buongiorno, mi chiedevo a quanto si agggirasse (più o meno, ovviamente!) l’aumento del prezzo della bolletta dell’acqua per una produzione d’acqua osmotizzata come quella di cui hai parlato (circa 150 litri a settimana). Se riesciussi a farmelo sapere, l’apprezzerei davvero molto.
    Grazie mille! Lorenzo

    1. Ciao Lorenzo.
      Grazie per la domanda che mi permette di rettificare quanto nell’articolo scritto, e cioè il mio completo abbandono dell’acqua piovana!
      Un calcolo è presto fatto ma le variabili dipendono da luogo, uso e modo.
      L’unica cosa da approfondire è “ conviene acquistare un impianto ad osmosi inversa”?
      Il costo, ma soprattutto lo spreco non è indifferente e non parlo ovviamente del costo dell’impianto ma dell’acqua usata per produrre acqua osmotica.
      Dirti che il costo della bolletta dell’acqua mi si è triplicato ti dice poco e il dato così non vuol dire nulla.
      Devi tener conto dei dati che di seguito ti riporto.
      L’acqua demineralizzata al supermercato al litro ha un costo di media di 0,80-0,90 centesimi lt (paghi anche la bottiglia ovviamente), nei negozi di acquari costa circa 0,20-0,30 € lt (dipende dalla zona e dal negozio e che ci devi andare a prenderla con la tua tanica ), se te la fai tu dipende dalla tua zona e tariffa di consumo. A me costa circa 0,15 – 0,20 €/lt
      Considera inoltre che più acqua consumi più la tariffa aumenta (almeno da me).
      Il problema più grosso è cosa te ne fai dell’acqua di scarto.
      E ti posso garantire che usare solo 1/5 dell’acqua (perchè questa è all’incirca la produzione “pura” e buttare i rimanenti 4/5 – cosa che nessuno ti dice) è un vero spreco!
      Per fare circa 200 lt di acqua pura ci vuole un metro cubo d’acqua di rubinetto. Quindi 800 li getti!
      Io per fortuna uso questo impianto solo per tre mesi all’anno in quanto nei rimanenti riesco a raccogliere l’acqua piovana che è gratis e che non incide sui consumi idrici e che per fortuna nella mia zona è “abbastanza” pulita. L’acqua di scarto la uso per le fioriere ma solo per alcuni tipi di fiori. Alle orchidee terricole non la potrei dare!
      Ti consiglio di guardare questo video… è molto veritiero.

      Spero di averti risposto.

      Ciao

  2. Buongiorno, potete chiarirmi alcuni dubbi?
    D’estate posso usare l’acqua di condensa del condizionatore?
    Poiché utilizzo il sistema Bokashi come metodo di compostaggio casalingo, posso usare il suo liquido, ovviamente diluito, come fertilizzante anche per le orchidee?
    Grazie

    1. Ciao Magda.
      Scusa per il ritardo nella risposta.
      Prima di darti una risposta così tecnica si dovrebbero avere altre info, sapere marca, modello, giri forzati che l’acqua (per le stufe) compie e che parti tocca. Questo vale sia per l’acqua di condensazione delle stufe sia per l’acqua ottenuta dagli impianti di refrigerazione dei classici “split” i quali producono condensa.
      Sconsiglio vivamente l’uso dell’acqua delle stufe a condensazione che ho misurato personalmente con valori molto acidi mentre la condensa dei refrigeratori e sicuramente più neutra in quanto umidità condensata proveniente dall’aria durante il processo per la generazione dell’aria fredda .
      Ma qualsiasi acqua tu dia ti consiglio sempre di verificare conduttività e conducibilità con strumenti appositi a tutela delle tue piante come puoi leggere nell’articolo specifico in merito.

      La tecnica del Bokashi ha quale scopo prevalente la produzione di terriccio o humus proveniente dagli avanzi di cucina (di natura organica), che darà un fertilizzante ricco e non minerale per il giardinaggio in generale.

      Il liquido così prodotto dalla fermentazione degli stessi è un ottimo fertilizzante organico da utilizzare subito.
      Ma attenzione….così come per i fertilizzanti minerali si usa solo un grammo/due x litro di acqua impiegata anche per il fertilizzante liquido proveniente dal processo della fermentazione degli avanzi la dose è di 1 ml max 2 ml per litro di acqua.

      Ciao

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