QUANDO LE PHALAENOPSIS NON BASTANO PIÙ…

Di Valeria.

Mi presento, sono Valeria, coltivo orchidee da diversi anni e siccome le informazioni su queste piante meravigliose non bastano mai, qualche tempo fa ho scoperto questo blog mentre cercavo notizie sulla coltivazione di una Fredclarkeara After Dark.

Sul balcone…

Ma facciamo qualche passo indietro… mia madre ama i fiori, di qualunque tipo e per anni ha avuto un Cimbydium sul balcone che fioriva regolarmente, poi l’idea di dividerlo e qui si spezza l’incanto, in poco tempo tutte le divisioni svanirono nel nulla.

Dopo un po’, arrivó a casa una Phalaenopsis bianca, neanche il giorno dopo ci fu il rinvaso in terra comune, mia madre non si spiegava perché l’avessero venduta con quei “pezzetti di legno”, secondo lei era impossibile che potesse crescere in quelle condizioni!

Quella fu la prima di varie phalaenopsis che perirono miseramente proprio dopo e a causa del rinvaso in terra.

Vandissima!!!

Io ero affascinata da quei fiori, meravigliata dalla loro incredibile durata, ma non ero io a curare le piante in casa, a questo ci pensava mia madre, peró il discorso che non riuscissero a sopravvivere, non mi convinceva, cosa c’era di sbagliato nelle attenzioni di mia madre?

Fu così che iniziai a leggere e a documentarmi, a scoprire questo mondo e ad iniziare a curarle personalmente, vi lascio solo immaginare le discussioni che mi ci sono volute per convincere mia mamma a lasciarle nei loro pezzettini di legno!

In esposizione !

Una volta imparato e messo in pratica l’ABC le Phalaenopsis iniziarono a prosperare, non rappresentavano più una sfida… il problema è che documentandomi su di loro ho visto foto, ho letto nomi e aneddoti su altre famiglie di orchidee in più, in un vivaio in zona vidi dal vivo la mia prima Vanda, come dice Simone, una pianta “visuale” che attira lo sguardo e la curiosità dal primo all’ultimo millimetro!

Poi il mio sguardo incrociò uno Zigopetalum, una Miltonia, un’ibrido di Dendrobium nobile ecc, ecc, ecc…

Molti primi incontri non andarono bene, ma ogni insuccesso, ha stimolato la mia sete di conoscenza e anche la mia testardaggine!

Getto floreale Vanda.

Dalla mia esperienza posso dirvi che è molto facile cadere vittime del fascino di queste piante, non so se definirlo amore, passione o ossessione, so solo che nasce con la vista, è inutile, le vedi e le desideri! Passa per il cuore, spingendoti a prestare loro delle cure che non avresti mai pensato di dedicare ad una pianta, io per esempio, sto li a fissarle imbambolata!

Poi approda nel cervello, basta leggere la parola Orchidea e l’attenzione è tutta lì, basta incrociare la foto di un fiore particolare e subito parte la ricerca del nome, la ricerca delle cure di cui necessita, l’immancabile quesito:

Una valida alternativa per la coltivazione della Fredclarkeara After Dark. Nuovo pseudobulbo in arrivo.

Dove la metterei in casa?

Riuscirei a farla crescere e fiorire?”

E infine, la ricerca della pianta vera e propria per acquistarla.

Non so a quale stadio della malattia siete voi, ma se state leggendo questo blog, temo siate a buon punto!

Per questo auguro buona coltivazione a tutti e vi lascio qualche foto delle mie gioie e delle mie sfide!

2 pensieri riguardo “QUANDO LE PHALAENOPSIS NON BASTANO PIÙ…”

  1. ciao Valeria,
    grazie per avermi suscitato delle emozioni, il ricordo di quando iniziai la coltivazione di queste piante, i dolori delle perdite e l’ignoranza per non capire.
    grazie per aver condiviso con noi, con me la foto della Vanda, anzi vandissima, il vederne una sempre mi affascina, mi intriga.
    La tua esperienza, se vorrai continuare a raccontarci, porterà spunti di riflessioni e d’insegnamenti. Un abbraccio.

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