Non solo Catasetinae … e a breve con le Coelogyne si contenderanno il primato… se non “praticamente” in serra quantomeno “numericamente” sul blog!
I fiori delle Coelogyne non sono colorati come quelli delle Catasetinae, ma è sbagliato sostenere che sono per lo più solo fiori bianchi (ci sono anche verdi, marroni e alcune altre varianti cromatiche quali il color salmone, il rosa, il giallo e l’arancio o il color ramato). Tutti i loro fiori hanno però in comune un’eleganza sofisticata, una raffinatezza quasi nobiliare, indipendentemente dal colore medesimo.
Da un rivenditore Cinese (dalla Cina con furore !) sono in arrivo quindi C. assamica, C. barbata, C. calcicola, C. corymbosa, C. leucantha, C. nitida fragrant, C. pandurata, C. prolifera, C. sanderae, C. tsii, C. virescens e la Coelogyne weixiense var. Creamy e Yellow.
Da un rivenditore Ecuadoriano Coelogyne mayeriana, C. ovalis e C. triplicatula .
Insomma, dopo qualche esperienza di coltivazione i soggetti per 16 futuri articoli non mancheranno di sicuro!
Parliamo oggi di una Coelogyne molto semplice ma, allo stesso tempo molto diversa dalle “fredde” C. Cristata e C. Tomentosa o Massangeana o dalla più “temperata” C. Mooreana. Parliamo della Coelogyne speciosa.
Generalità
La C. speciosa è originaria delle foreste pluviali del cuore dell’Indonesia e nello specifico delle Isole di Giava e di Sumatra e del Borneo, oltre che trovare il suo habitat naturale in Malesia e nelle isole Fiji; in generale tutte le Coelogyne di questa specie hanno il loro habitat ad altezze che variano dai 600 ai 2000 m. a seconda della loro provenienza.
Ed ecco qui una prima generica divisione del genere Coelogyne sino a qui trattate… quella climatica, passando dalle foreste montane himalayane alle foreste pluviali tropicali, dove qualche differenza climatica c’è! Insomma le Coelogyne abbracciano tutte le tipologie di clima, dalla serra fredda a quella calda .
Il genere Coelogyne quindi lo dividerò, per comodità, nei due grandi gruppi, quelle da serra fredda e quelle da serra calda, pur considerando che alcune sono da serra intermedia, rammentando che la serra fredda è caratterizzata da estati piovose (con i cieli oscurati dalle nubi) e inverni freddi ma asciutti e soleggiati; la serra calda invece da una costante moderata piovosità (e quindi conseguenti moderate irrigazione e fertilizzazione) con temperature da intermedie a calde, mezz’ombra, luce intensa ma sempre filtrata.
La C. speciosa cresce sul suolo ma anche come epifita sugli alberi e pur essendo una pianta da “altitudine” è da considerarsi, per l’appunto, da ambiente intermedio caldo e molto umido. La provenienza da zone piovose e monsoniche si nota anche da come sono inclinati i fiori, che sono rivolti verso il basso al fine di evitare di venire consumati e scoloriti dalle frequenti e abbondanti piogge.
Una particolare attenzione deve essere prestata alle temperature a cui sottoporre questa pianta, in quanto in rete si trova di tutto (e il suo contrario).
Ma ecco di seguito alcune indicazioni di coltivazione.
Temperatura.
Il loro habitat naturale, le foreste pluviali, sono caratterizzate da notti molto umide e fresche, dove è molto difficile che le temperature minime scendano al di sotto dei 13 gradi, mentre la temperatura media diurna risulta di 23-26°C. E’ questa una Coelogyne da serra intermedia.
Luce.
Come molte orchidee ha bisogno di luce diffusa ma filtrata, con un livello di luce di 20000-30000 lux.
Umidità.
Per le caratteristiche del loro habitat naturale necessita di un’umidità piuttosto elevata dell’80-85% per quasi tutto l’anno, mentre nei mesi più freddi dell’inverno e all’inizio della primavera, la stessa può scendere attorno al 60-65%.
Collocamento e substrato.
I cestelli traforati (tipo quelli della ricotta) con un substrato molto drenante ma che trattenga l’umidità sarebbero perfetti, ma nulla toglie che si possano coltivare in vasi appesi.
Come quasi tutte le Coelogyne non ama i rinvasi quindi deve essere usato un substrato che non si decomponga troppo rapidamente.
Un 70% di bark pezzatura media, e il restante 30% di sfagno, perlite e carbone in parti uguali sono un buon substrato di base ma tenete presente che la corteccia deve essere di buona qualità (tipo orchiata) in quanto il substrato deve essere costantemente umido.
Irrigazione.
Come detto nelle generalità, nel loro habitat naturale le precipitazioni sono intense e costanti per molti mesi all’anno e diminuiscono leggermente solo nei mesi invernali sino ad inizio primavera. La C. speciosa non dove però mai asciugarsi completamente.
Fertilizzante.
Durante la crescita attiva la pianta va concimata costantemente ad ogni irrigazione (praticamente ogni settimana) ad un 1/4-1/2 gr x lt. seguendo i classici schemi per l’impiego di fertilizzanti più volte descritti su questo blog, fertilizzanti ricchi di azoto da usare nei mesi primaverili per poi passare a fertilizzanti bilanciati durante il corso dell’anno e passare quindi a fine estate ed inizio d’autunno ad utilizzare un fertilizzante con un contenuto più elevato di fosforo. La concimazione va ridotta drasticamente o completamente sospesa nei mesi invernali fino alla comparsa delle nuove vegetazioni e comunque sino alle ripresa delle frequenti irrigazioni primaverili.
Periodo di riposo.
La C. Speciosa non ha un vero e proprio periodo di riposo. In inverno le irrigazioni devono essere diradate, anche considerando che da noi le giornate sono più corte. Nei periodi invernali preferisco nebulizzare molto bene la pianta piuttosto che bagnarla nelle giornate assolate, facendolo al mattino presto in modo che il substrato resti costantemente umido.
Buona coltivazione!