COELOGYNE OVALIS

Generalità

Coelogyne ovalis. La forma degli pseudobulbi.

Trovata in Cina, Tibet, Himalaya, Nepal, Bhutan, ma anche nell’India nord-orientale, Myanmar, Laos, Thailandia e Vietnam tra le valli montane e lungo i fiumi ad altitudini comprese tra 600 e 2900 metri.

E’ caratterizzata dai suoi pseudobulbi ovali (da cui proviene il nome), all’estremità dei quali  si forma una spata picciolata che genera il fiore. I fiori sono profumati.

Luce

E’ una pianta che predilige il sole purché filtrato (20.000 – 40.000 lux) o luce solare intensa. Personalmente la espongo anche al sole diretto del primo mattino e di fine serata ma non quando la spata è in fase di formazione.  Leggi tutto “COELOGYNE OVALIS”

TILLANDSIA IONANTHA

di Angelica.

Lo stupendo “fiore” della Tillandsia ionantha © Angelica Calvi

La Tillandsia ionantha appartiene alla famiglia delle Bromeliaceae e cresce come epifita nelle montagne dal Messico al Nicaragua.

Io la coltivo insieme alle orchidee, del resto anche in natura alcune specie condividono lo stesso habitat.

Se completamente asciutta tollera temperature anche di 4 gradi che da me, vivendo al sud, sono un’eccezione, infatti la coltivo in una piccola serra ma ho anche alcune specie fuori la serra e stanno benissimo.

Dopo la fioritura muoiono, ma non prima di aver emesso dalla base nuovi germogli, che daranno vita a nuove piante che a loro volta fioriranno continuando il ciclo. Leggi tutto “TILLANDSIA IONANTHA”

I TRIPIDI.

I tripidi… si vedono!

Di regola, gli uomini si preoccupano più di ciò che non possono vedere che di ciò che possono vedere.”

Giulio Cesare. 

Eppure li vedo! Grandi poco più di un millimetro.

E giustamente ci dobbiamo preoccupare!

Misteriosi insetti corrono sulle orchidee, in caso di pericolo alle volte volano via…

Ovviamente il tripide è un parassita fitofago, che si attacca alla struttura della pianta, soprattutto sulle foglie, succhiando la linfa e cioè succhiando gli elementi nutritivi della stessa. Leggi tutto “I TRIPIDI.”

CONOSCERE L’HABITAT NATURALE (E IL PROPRIO) PER COLTIVARE LE CATASETINAE.

Di Catasetinae oramai ne sono passate tante in appartamento ma soprattutto nella mia serra e nel mio orchidario.

L’habitat delle Catasetinae e le zone climatiche.

Com’è mia consuetudine ripetere, per aver successo nella coltivazione di questo genere si deve partire da due ben distinte conoscenze: “la conoscenza del proprio ambiente di coltivazione e la conoscenza dell’ habitat naturale delle Catasetinae”. Entrambe queste conoscenze sono fondamentali!

In quest’articolo parleremo soprattutto della conoscenza dell’habitat naturale delle Catasetinae (con particolare riferimento alla specie maggiormente diffusa e coltivata, e cioè ai Catasetum) in quanto sono ancora in atto alcuni lavori e studi per ricreare l’ambiente giusto nella mia serra (in primis ombreggiamento e umidificazione), mentre oramai in orchidario è stata raggiunta quasi la perfezione. E modestia a parte, parafrasando il grande Muhammad Ali :“Non credo di essere bravo. Ma che valore ha la mia umile opinione contro quella che invece dimostra la realtà?”

Ma, come in precedenza promesso, della serra ne parleremo prossimamente. Leggi tutto “CONOSCERE L’HABITAT NATURALE (E IL PROPRIO) PER COLTIVARE LE CATASETINAE.”

LE CALANTHE DA SERRA CALDA. COLTIVAZIONE, DIVISIONE E RINVASO.

La mia esperienza con le Calanthe da esterno (o da serra fredda) prosegue e l’inverno  non sembra prospettarsi mite come quello dello scorso anno. Sino ad ora hanno mantenuto tutte le foglie “sempreverdi” (alcune si deteriorano ovviamente).

La maggior parte delle Calanthe da serra “calda”, sono invece quelle che hanno il loro habitat naturale nelle zone tropicali e in prevalenza soggette al clima monsonico, dove in inverno ricevono pochissima acqua e quindi entrano in un riposo e alle volte in una vera e propria dormienza con conseguenti foglie caduche, mentre la primavera e l’estate sono sottoposte a elevata umidità e abbondanti piogge. Da considerare inoltre che crescono in terreni ricchi di humus generato dalla caduta delle foglie e dall’azione dei microrganismi e perciò questo dovrebbe essere il substrato da ricreare. Leggi tutto “LE CALANTHE DA SERRA CALDA. COLTIVAZIONE, DIVISIONE E RINVASO.”

COME INDURRE LE CATASETINAE ALLA DORMIENZA

Molti di voi ci scrivono chiedendoci spiegazioni in merito all’approssimarsi o meno della dormienza nelle Catasetinae o per lo più preoccupati in quanto non ne vedono – in questo mese – alcun segno. Concentro quindi qui alcune riflessioni liberamente tratte da un articolo di Fred Clarke oltre che dalla mia personale esperienza.

Catasetum -3 getti floreali- novembre 2023. Da sx a dx : Ctsm osculatum, Ctsm macrocarpum, Ctsm multifidum

L’autunno è una seconda primavera dove ogni foglia è un fiore. (Albert Camus)

e questa – aggiungo io – è la stagione dove nascono e si sviluppano la maggior parte degli steli floreali delle  Catasetinae ! La maggior parte dei Catasetum dovrebbero essere già completamente maturati e per lo più fioriti, i Cycnoches dovrebbero finire la loro fioritura, le Mormodes dovrebbero fiorire presto e le Clowesie dovrebbero iniziare a breve. Il verde degli pseudobulbi ben presto lascerà il posto al colore grigio dellì inverno e della dormienza!

Partiamo da qui. Siamo a fine autunno… e il clima delle Regioni Italiane è molto diverso.

Angelica, che vive in Calabria, ha ancore massime attorno ai 25° e minime sui 15°, io che abito in Trentino ho minime che in questi giorni si avvicinano allo 0 termico e massime difficilmente sopra i 12°. Se vogliamo analizzare gli aspetti positivi, nelle regioni del Nord Italia, grazie al freddo, difficilmente gli acari in questo periodo si fanno vedere ! 🙂 Leggi tutto “COME INDURRE LE CATASETINAE ALLA DORMIENZA”

CATASETUM LANCIFERUM

Catasetum Lanciferum

Endemico delle foresta monsoniche del Perù e del Brasile sudorientale, dove cresce quale orchidea epifita ad altitudini comprese tra i 500 e i 1000 metri.

Questo Catasetum è perciò tipico delle zone soggette ai due monsoni a clima perlopiù caldo, e le stesse condizioni climatiche vanno ricreate per poterla far crescere al meglio nelle nostre regioni. Non nego che, data la zona dove abito, generalmente le mie temperature si accostano più a temperature idonee alle zone intermedie (anche in serra), ma questa specie ha dimostrato di sapersi adattare.

E’ una pianta di medie dimensioni, anche se il getto floreale può superare i 35 cm, con circa 20 fiori (se di sesso maschile) per stelo, di un colore verde giallo maculato e alle volte la si può trovare in commercio anche di colore più scuro, tendente al marrone.  L’inflorescenza femminile, come per altre Catasetinae invece, porta da uno a tre fiori. Leggi tutto “CATASETUM LANCIFERUM”

CATASETUM ORCHIDGLADE

Fiore Catasetum Orchidglade

Riprendiamo oggi la scrittura di altri articoli, interrotta come lo scorso anno, durante l’estate a causa di forza maggiore.

Parliamo del Catasetum Orchidglade, un ibrido primario, anche se di solito questa terminologia la si usa perlopiù per identificare il prodotto dell’incrocio tra due piante di genere diverso o, come in questo caso, di specie diverse. Leggi tutto “CATASETUM ORCHIDGLADE”

CATASETINAE… QUELLO CHE IL WEB NON DICE.

Di seguito alcune considerazioni e consigli sulla coltivazione delle Catasetinae.

Questo articolo è consigliato a chi ha già un minimo di esperienza con queste piante, in quanto una rigida applicazione di quanto suggerito potrebbe portare a risultati infausti.

Ramo floreale di Fredclarkeara After Dark.

Molti appassionati rinunciano alla coltivazione delle Catasetinae principalmente per i seguenti motivi:

  1. alle nostre latitudini le tenere, grandi e carnose foglie  possono essere attaccate, soprattutto se il clima non è umido (dove per clima poco umido intendo un’umidità ambientale al di sotto del 50%), da molti parassiti quali la cocciniglia, afidi, acari etc.
  2. Le Catasetinae se ben coltivate, possono diventare enormi e poco ideali ad una coltivazione casalinga
  3. In dormienza sono completamente spoglie e poco piacevoli da vedere
  4. Se non si riesce a portarle a maturazione nella parte finale della loro stagionalità vegetativa, non si vedranno i fiori, quindi si deve allungare il periodo vegetativo sfasando così la pianta o, per i più coraggiosi, dovendo forzare la pianta alla stessa dormienza.

Leggi tutto “CATASETINAE… QUELLO CHE IL WEB NON DICE.”

COSTRUZIONE DI UNA SFAGNERA PER ORCHIDEE E PIANTE CARNIVORE

di Marco Malacarne.

Pogonia ophioglossoides © Marco Malacarne

Breve premessa sulle torbiere.

Prima di iniziare a illustrare come realizzare una piccola “torbiera” in casa, illustrerò brevemente come si formano le torbiere in natura e quali sono le piante che le caratterizzano.

La torbiera è un’ambiente molto particolare che si forma solamente in presenza di molta acqua molto povera di nutrienti. Una torbiera comincia a formarsi quando sul fondo di uno specchio d’acqua si depositano materiali vegetali e animali che non vengono decomposti per via aerobica poiché l’ambiente è anossico ovvero molto povero di ossigeno.

Pectelis radiata Hishou © Marco Malacarne

Man mano che i detriti si accumulano lo specchio d’acqua si chiude; quando ciò avviene  la superficie della torbiera viene colonizzata da specie molto particolari adattate ad un’habitat privo di nutrienti e con un pH acido. Tra i primi colonizzatori si hanno i muschi del genere Sphagnum, comunemente conosciuto come sfagno, che crescono molto velocemente in un habitat privo di elementi nutritivi e contribuiscono ulteriormente ad aumentare l’acidità grazie alle loro secrezioni. Lo sfagno è in grado di crescere anche diversi centimetri l’anno, le parti più profonde pian piano si compattano e si aggiungono alla torba formata in precedenza. In alcuni casi lo sfagno forma anche giganteschi cuscini, spessi anche un metro, che galleggiano su uno specchio d’acqua. Leggi tutto “COSTRUZIONE DI UNA SFAGNERA PER ORCHIDEE E PIANTE CARNIVORE”

Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.