CONOSCERE L’HABITAT NATURALE (E IL PROPRIO) PER COLTIVARE LE CATASETINAE.

Di Catasetinae oramai ne sono passate tante in appartamento ma soprattutto nella mia serra e nel mio orchidario.

L’habitat delle Catasetinae e le zone climatiche.

Com’è mia consuetudine ripetere, per aver successo nella coltivazione di questo genere si deve partire da due ben distinte conoscenze: “la conoscenza del proprio ambiente di coltivazione e la conoscenza dell’ habitat naturale delle Catasetinae”. Entrambe queste conoscenze sono fondamentali!

In quest’articolo parleremo soprattutto della conoscenza dell’habitat naturale delle Catasetinae (con particolare riferimento alla specie maggiormente diffusa e coltivata, e cioè ai Catasetum) in quanto sono ancora in atto alcuni lavori e studi per ricreare l’ambiente giusto nella mia serra (in primis ombreggiamento e umidificazione), mentre oramai in orchidario è stata raggiunta quasi la perfezione. E modestia a parte, parafrasando il grande Muhammad Ali :“Non credo di essere bravo. Ma che valore ha la mia umile opinione contro quella che invece dimostra la realtà?”

Ma, come in precedenza promesso, della serra ne parleremo prossimamente.

Il lettore non si scoraggi e sappia che molte Catasetinae hanno un discreto livello di adattabilità, si vedano ad esempio gli ibridi della S.V.O. (ovviamente coltivate in serra) in quanto in California, ad esempio dove vive e coltiva Fred Clarke e cioè a Vista City (San Diego County), la temperatura minima in questi giorni è di 7°, con le Catasetinae che stanno entrando in dormienza. Siamo quindi in pieno autunno e ci avviamo a grandi passi verso l’inverno.

Se veramente in questo periodo si volesse valutare una coltivazione più affine al clima natio delle Catasetinae – e che attualmente suscita il mio interesse – dovrei approfondire le piante di Bela Vista Orchids nella San Fernando Valley, ad Assis – Brasile, uno dei più importanti territori d’origine del genere, dove in questi giorni le minime sono invece di 23°.  E il clima ora in Brasile, dove è primavera, è sicuramente più “uniforme” e propizio che quello Californiano.

L’ areale naturale delle Catasetinae è prevalentemente concentrato nel centro America (Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama nonché parte del sud del Messico), negli Stati insulari delle Antille (Barbados, Cuba, Haiti, Repubblica Dominicana, Trinidat e Tobago) e del sud America (Brasile, Bolivia, Perù, Ecuador, Venezuela, Colombia).

Le stesse non si possono trovare anche in altri continenti attraversati dall’equatore, come Africa, Asia e Oceania, ma come descritto sopra, provengono solo dalle Americhe. Le Ansellie dell’Africa e i Cymbidium che si trovano negli altri continenti, pur essendo della stessa famiglia, sono solo dei parenti lontani.

Non siamo qui per tenere lezioni di geografia o di climatologia, ma queste zone (o per meglio dire gli ambienti dove viene trovato questo genere di orchidee) sono caratterizzate principalmente da due stagioni (con periodo più o meno lungo): una secca e una bagnata.

L’altra caratteristica è che il loro habitat naturale è “quasi ovunque” vi siano fonti di umidità, quali fiumi, laghi o mari lungo la linea dell’equatore. Le Catasetinae che vivono in zone meno umide beneficiano sempre di un apporto di umidità (magari durante la notte o in zone dove l’escursione termica provoca condensa).

Insomma l’umidità data dall’acqua, la temperatura data dal clima equatoriale, la luce data dall’esposizione solare (più o meno intensa dovuta dall’ombreggiamento o meno delle piante, di solito palme o alberi di foreste a foglia caduca, che seguono anch’esse la stagionalità) sono la loro fonte di vita.

Certo alle volte all’interno di una zona geografica possono esistere diversi climi e il Brasile è un lampante esempio. Esso ha il clima equatoriale con piogge quasi ogni giorno nella zona amazzonica, il clima tropicale con stagione secca, nella zona intermedia nonché un clima quasi mediterraneo (inverni miti ed estati calde), nell’estrema parte meridionale del Brasile.

Per una buona coltivazione di questo genere di piante risulta quindi scontato conoscere le loro esigenze climatiche, considerando che la tolleranza alla temperatura dipende dalla specie e per gli ibridi dalla loro parentela.

A tal proposito nel suo libro “The World of Catasetum” Arthur W. Holst colloca e divide le esigenze della specie Catasetum in 5 zone climatiche diverse tra loro. Quanto sotto riportato è e dovrebbe essere una delle conoscenze basilari per la loro coltivazione.

Le zone climatiche e le temperature secondo Arthur W. Holst.

1) La Zona Rossa è uniformemente calda, umida e tropicale per quasi tutto l’anno. Questa alta umidità notturna è presente anche nella stagione secca, che è relativamente breve.

La temperatura minima è di 15°C e la massima si aggira sui 30°.

È tipica del vasto bacino del Rio delle Amazzoni e delle pianure costiere del Belize, Panama, Venezuela e Brasile.

[ cit.: … Dalla metà del Messico verso sud, la zona Rossa abbraccia la costa calda e umida del Golfo del Messico. Il lato del Messico, è interrotto dalla metà settentrionale “secca” della penisola dello Yucatan. Da metà di quella penisola rivolta verso sud, comprende tutta la costa del Belize, quindi prosegue attraverso lo stretto litorale dell’Honduras, l’ampia pianura costiera atlantica del Nicaragua, le giungle costiere del Costa Rica – con precipitazioni quasi tutto l’anno – e Panama, dove la stagione delle piogge dura da metà maggio a metà dicembre. La Zona Rossa termina al confine colombiano, ma riprende nella costa venezuelana e si estende quindi in gran parte del bacino amazzonico e fino al centro-sud del Brasile. Anche la fascia costiera brasiliana dallo stato di Pernambuco verso sud fa parte della zona Rossa ]

Qui hanno origine un gran numero di specie di Catasetum tra cui il Ctsm. barbatum, Ctsm. bicolol, Ctsm. callosum, Ctsm. denticalatum, Ctsm. discolor, Ctsm. Fimbriatum, Ctsm. gnomus, Ctsm. imperiale, Ctsm. lanceatum, Ctsm. macrocarpum (cit.: presente anche nella Zona Grigia), Ctsm. macroglossum, Ctsm. multifidum, Ctsm. pileatum, Ctsm.. rolfeanum, Ctsm. saccatum, Ctsm. tigrinum – tanto per citare quelli da me sino ad ora coltivati – oltre ad essere terra natia di molti Mormodes e Cycnoches.

I Catasetum che vivono in questa zona si trovano a loro agio negli orchidari dove ricevono il calore e l’umidità che possono tollerare durante il loro ciclo di crescita attiva, che spesso dura gran parte dell’anno.

2) La Zona Verde è caratterizzata da elevata umidità e temperature leggermente più fresche, che generano condensazione notturna. Le temperature vanno da una minima di 10 ° ad una massima di 30°C .

ll clima in questa zona è subtropicale mentre il terreno è collinare, con raccolta di aria calda e umida ai piedi delle colline, che poi salendo si condensa in nebbia o pioggia, solitamente nella tarda giornata. La foresta diventa satura, con temperature basse di notte, ma al mattino i raggi del sole e le brezze più secche favoriscono l’evaporazione.

Questa zona in inverno, è caratterizzata da una breve stagione secca.

I Catasetum della zona verde non apprezzano sicuramente il calore della zona rossa e la stessa zona verde ha un clima sicuramente meno opprimente soprattutto per l’uomo.

Tra le specie della zona verde il più conosciuto è sicuramente il Ctsm tenebrosum.

[cit.: La Zona Verde in America Centrale occupa una striscia all’interno della fascia costiera “secca” del Pacifico. Lontano dalla costa, attraversa una regione ad altitudine crescente, da 200 a 1500 ml che attira l’umidità dalle nuvole. Sul lato Pacifico (occidentale) del sud America, la Zona Verde presenta rilievi moderati sui pendii orientali delle Ande. Sulla costa orientale del Brasile, si estende sui pendii che si affacciano sulle pianure costiere tropicali dell’Atlantico oltre ad un paio di sacche nella parte interna del Brasile nord-orientale.]

Questo ambiente è di più facile realizzazione di quello della zona rossa.

3) La Zona oro (esclusivamente Brasiliana) è caratterizzata da un clima continentale e cioè quello delle terre situate all’interno.

[ cit.: Stati di Maranhão, Piaui, Bahia, Goiás, Mato Grosso e Mato Grosso do Sul ]

Le temperature in questa zona oscillano più che nelle altre zone e vanno da un minimo di 10° ad un massimo di 40°C .

Il terreno dolcemente ondulato è quello tipico della savana ed è caratteristico dell’Altopiano centrale del Brasile, con altitudini comprese tra 500 e 1000 m.

La stagione secca è lunga e l’umidità è molto bassa per gran parte dell’anno. Le giornate sono calde e secche, mentre le notti sono fresche.

È il classico clima dell’altopiano centrale del Brasile.

Le specie che possiamo trovare in questa zona e che ho coltivato sono il Ctsm. fimbriatum (cit.: presente anche in Zona Rossa), Ctsm. fuchsii, Ctsm. osculatum, Ctsm. vinaceum e altre.

I coltivatori di queste specie dovrebbero tenere presente che le piante sono abituate e possono, se necessario, sopportare temperature estreme maggiori rispetto a quelle delle altre zone. Sono alcune piante che proverò a tenere in serra per tutto l’anno, dove le temperature oscillano da minime di 10° (riscaldamento con stufa a petrolio) in inverno a massime di oltre 40° in estate.

4) La Zona Grigia è molto simile alla zona oro, ma è forse più “estrema”. La maggior parte dell’umidità proviene dalla rugiada notturna.

[ cit.: La Zona Grigia comprende una stretta striscia lungo l’intera costa del Pacifico dell’America meridionale e centrale, verso nord fino al Messico. Comprende anche vaste aree nelle porzioni orientale, settentrionale e centro-meridionale del Sud America ]

Le temperature vanno da un minimo di 15°C ad massimo di 40°C .

Il clima è tropicale – subtropicale, con condizioni secche, quasi desertiche, anche lungo la costa del Pacifico.

In questa zona i Catasetum si trovano soprattutto nelle foreste e nelle palme isolate delle radure.
Le specie da me coltivate includono tra l’altro, Ctsm. expansum, Ctsm. sanguineum, Ctsm. pendulum, Ctsm. Punctatum .

I coltivatori di queste specie non dovranno riprodurre le condizioni di siccità prevalenti nella Zona Grigia per gran parte dell’anno, perché la maggior parte delle piante si adatta facilmente e prospera in condizioni molto più umide e quindi più favorevoli.

5) La zona blu è quella costituita da terreni che sono considerati troppo alti e proibitivi per la quasi totalità delle Catasetinae. A queste alture le temperature sono quasi costanti con minime di 10° e massime di 30° e l’umidità risulta piuttosto elevata. L’unico Catasetum che Holst vi identifica è il Ctsm. costatum.

Nella speranza di aver dato una panoramica completa dell’habitat naturale delle Catasetinae (riportando quasi integralmente lo studio di Arthur W. Holst), si conclude questo articolo con un’osservazione fondamentale dello stesso studioso:

Le piante che hanno il loro habitat naturale nelle zone Oro e Grigio possono adattarsi facilmente alle Zone Rossa e Verde, ma non il contrario”.

E il perché è scontato, analizzando la descrizione delle zone fatta dallo stesso autore!

Un’ultima considerazione… Coltivare le Catasetinae potrebbe sembrare difficile… ma sono sicuramente meno esigenti di altre orchidee che sicuramente coltivate, quali Cattleye, Paphiopedilum, Phalaenopsis etc.

E ricreare il loro habitat naturale è sicuramente meno impegnativo!

A voi ora individuare la zona delle vostre piante e comprenderne le esigenze!

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