Una pianta visiva nel suo insieme: VANDA

Dopo gli articoli di Gioacchino, in merito alla luce, temperatura ed umidità è tempo di parlare delle Vanda, piante che reputo stupende, piante belle nel loro insieme (…lo scopriremo più tardi perchè uso questo termine) fiori-foglie-radici.
Le Vanda sono originarie delle Regioni tropicali asiatiche (India, Birmania, Tailandia, Arcipelago malese, Filippine e Nuova Guinea), in cui il clima si presenta caldo umido e piovoso per tutto l’anno; una regione in cui l’inverno secco non è presente. Le temperature sono stabili ed elevate oltre i trenta gradi per tutti i mesi con una leggera diminuzione tra novembre e gennaio.
La caratteristica delle zone a clima tropicale è la costanza; la durata del giorno e della notte è la medesima circa 12 ore per ciascuna durante tutto l’anno, questo significa una durata di luce di circa 12/13 ore al giorno.
Nelle zone più meridionali di quella vasta regione, la piovosità tende a distribuirsi uniformemente per tutto l’anno. Nelle aree meglio esposte al soffio dei venti provenienti da sud, come nell’ arcipelago malese e di parti dell’India meridionale, l’apporto del monsone marittimo si fa sentire in modi eccezionali, tanto che qui si registrano le massime piovosità dell’Asia.
Va comunque ricordato che le piogge tropicali avvengono soprattutto sotto forma di intenso rovescio o temporale, per cui il sole non manca, soprattutto in mattinata, quando in genere le condizioni meteorologiche sono più stabili.

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ORCHIATA VERSUS BARK !

La maggior parte delle orchidee, nelle nostre case, è coltivata in vasi con – per i profani – la classica corteccia, o – per i più addetti con la terminologia – nel bark.

La prima cosa da sapere è che, qualsiasi materiale si impieghi nella coltivazione delle orchidee, ovunque si coltivi ( casa, serra, aperto etc.), è che il substrato non deve mai rimanere bagnato a lungo, deve asciugare nel tempo giusto, lasciando respirare le radici affinchè la stesse non muoiano per asfissia.

Insomma il bagnato e l’asciutto deve essere cadenzato in un perfetto ciclo temporale.

Personalmente, coltivando per lo più in casa, trovo che il bark “commerciale” ( non tutto per carità !) composto da corteccia di abete rosso e di un altra specie di pinaceea (prevalentemente nord Americana), asciughi troppo rapidamente, soprattutto nei vasi più piccoli e cioè quelli sotto gli 8 cm di diametro.

Di bark in commercio si trovano molte pezzature, da quello piccolo delle dimensioni di 6-8 mm ( ideale per i dendrobium o per le piante con radici sottili ), a quello medio delle dimensioni di 9 – 12 mm, a quello grande delle dimensioni di 13 – 18 mm che molti consigliano per le phalenopsis e per le Cattleye.

Il bark “commerciale” prima del rinvaso della pianta va messo in ammollo in acqua almeno per un giorno, e il suo deterioramento, che avviene in media dopo 2 -3 anni, risulta molto pericoloso in quanto fa trattene nello stesso l’umidità più a lungo e il ph si modifica, genericamente aumentandolo pericolosamente. Leggi tutto “ORCHIATA VERSUS BARK !”

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