ORCHIDEE ALL’ ESTERNO… PRO E CONTRO.

E’ il problema di tutti noi appassionati coltivatori hobbisti di orchidee. Portare o non portare le orchidee all’aperto nella bella stagione?

Questo è il problema!

Orchidee da serra fredda all’esterno

To bring or not to bring? That is the question ! (libera interpretazione tratta dall’Amleto di William Shakespeare 🙂 ).

La mia risposta è secca!

No! Senza se e senza ma!

Ovviamente e’ una vostra scelta… Ma facciamo alcune riflessioni…

Guarda caso molti che consigliano di farlo sono si, ottimi ed esperti coltivatori, ma – perlopiù – anche rivenditori. E tutti muniti di grandi serre nelle quali riparano le loro beneamate!

Non voglio contraddire nessuno, ne tanto meno inimicarmi qualcuno… E’ una semplice considerazione personale, dovuta dalla mia esperienza.

Quindi, rischi commerciali a parte, perché un no così deciso?

Per un semplice fatto… che all’esterno vi è una semplice cosa che si chiama “variabilità degli agenti atmosferici”, oltre ad “un mondo” di svariati insetti, che non ci sono nell’ “asettico” appartamento o serra.

Foglia di Dendrobium mangiata da una limaccia

Vento e sole sono i più temibili, ma non da meno i forti acquazzoni estivi.

E’ vero … l’aria ossigenata, mai stagnante, che vi è all’aperto può anche essere un toccasana per le nostre orchidee. Sicuramente le orchidee che stanno all’esterno in estate (la maggior parte per lo meno) rientreranno più “rafforzate”, sicuramente più vigorose e “Spartane” … Ma, mentre potrei essere parzialmente d’accordo su una filosofia e su un modo di vita spartano, il modellamento per le orchidee basato – se non sul rigore dei costumi e dell’educazione – sull’austerità e la severità del clima sicuramente non spartano 🙂 , alle nostre latitudini poco collimano con le esigenze delle nostre piante, cresciute per più di 2/3 dell’anno protette dalle mura delle nostre case.

Quindi, restiamo in tema e parafrasiamo una famoso contraddittorio spartano … Per tutti gli dei, non vi è, né può esserci, un modo di coltivare che non si basi sulla verità!”

Quindi partiamo da qui!

Sarà anche vero che le orchidee all’esterno giovano di umidità, luce diffusa e diretta, rugiada etc, ma è anche altrettanto vero che in questo caso devono essere ancor più protette per essere in completa penombra, che le foglie devono essere frequentemente nebulizzate e che all’esterno sono soprattutto soggette all’attacco di tripidi, cocciniglie, ragnetti rossi, limacee e chi più ne ha più ne metta, tralasciando ovviamente grandine e forte vento!

Umidità esterna ed interna …

Guardate la foto dei miei igrometri all’esterno e all’interno nella giornata di ieri… 30 punti in meno di umidità e 12° di differenza alle ore 16!

Per farla breve, le alterazioni provocate dal clima, da condizioni di temperatura, luce e umidità molto oscillanti in un breve arco temporale, non sono sicuramente favorevoli ne al loro sviluppo e forse neanche alla loro vita.

Se poi siete fortunati ed avete a disposizione un giardino con arbusti o piante, al di sotto cui posizionare le vostre orchidee, il discorso (insetti e funghi esclusi) potrebbe anche parzialmente cambiare. Ma per un po di umidità e areazione in più, ne vale la pena? 🙂

Premesso tutto ciò, faccio notare che i miei dendrobium nobile, i miei cimbydium e le mie Coelogyne Cristata ( guarda caso tutte piante da serra fredda 🙂 ) sono da aprile a ottobre all’esterno, come si può vedere nella prima foto di questo articolo. E questo sembra una contraddizione perchè in casa ho al massimo 24° costanti, mentre in questi giorni la minima notturna all’esterno è di 22° e la massima supera i 35°. Ma lo spazio, all’interno, non è molto!

Nelle giornate di pioggia moderata, ovviamente né annaffio né nebulizzo e le lascio nelle cassette per la frutta, all’esterno tutto il giorno. Ma se le giornate sono serene esse richiedono acqua quotidianamente!

Spata rovinata e sana di Cattleya

Con le cattleye ci ho però rinunciato, il più piccolo sbaglio o condizione avversa, fa abortire la spata floreale come si può notare nella foto a fianco… per fortuna l’ho rientrata subito e almeno una spata l’ho salvata!

Al rientro (in Trentino al massimo verso la metà di ottobre) ovviamente tratto le piante e il substrato, che finisce in ammollo nel “buon e vecchio Confidor 🙂 🙂 “. Esso, come il “napalm”, stermina tutto quello che inopportunamente si è infilato nello stesso, anche i tripidi più agguerriti.

Il rischio di portarsi in casa ospiti indesiderati sarebbe troppo elevato. 🙂 

Quindi vale la pena portare all’esterno le orchidee ? I contro, a mio modesto parere,  battono i pro !

Fioritura di una Cattleya Green Emerald Queen

Ovviamente queste sono mie impressioni personali, riflessioni di chi coltiva sperimentando continuamente.

E come dice l’amico Andrea Amici, coltivatore di piante carnivore, “Sempre svegli perchè chi dorme… non piglia mosche” … e io mi permetto di aggiungere “ma neppure vede fiorire orchidee”! 🙂

Buona sperimentazione a tutti!

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