Phalaenopsis Equestris Orange, Coerulea, Aurea .. Varietà botaniche o (più o meno) ibridate… bianche, rosa o arancione… con forme diverse ma sostanzialmente uguali.
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Per vedere, solo parzialmente, quante possono essere queste piante date un occhiata a questo link
Ma attenzione… Sulla Phalaenopsis Equestris in rete si trova tutto e il contrario di tutto!
E’ stata una delle mie prime “botaniche” senza particolari esigenze, sia rispetto alla stragrande maggioranza delle botaniche ma anche delle sue “più comuni sorelle ibride” e cioè della stragrande maggioranza delle Phalaenopsis che troviamo in quasi tutte le case, vendute dai Garden o dagli Ipermercati.
Di seguito quindi una scheda riassuntiva di come la coltivo.
Generalità.
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Proviene dalle Filippine e da Taiwan e in genere prospera ad altitudini prossime al livello del mare o vicino ai corsi d’acqua, fino a 300 mt circa in ambienti molto umidi.
Non è una pianta che diventa ingombrante, con foglie che arrivano all’incirca sui 20 cm e con fioriture composte da 10 a 20 fiori per ramo, fiori relativamente piccoli e cioè dai 20 ai 25 mm di diametro.
E’ una pianta che non finisce mai di stupire… produce keiki in abbondanza e può rifiorire da dove meno te l’aspetti, continuando a emettere nuovi rami.
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Come detto è nota per essere una delle phal più “keikose” e, se avete voglia (ma soprattutto tanta pazienza) è molto facile da far “moltiplicare”. La pianta che vedete qui a destra ha due anni!
E’ possibile vederla fiorire in qualsiasi periodo dell’anno, anche se, a differenza delle altre phal – dove il periodo di fioritura è generalmente autunno/invernale – la Equestris fiorisce generalmente durante l’estate per entrare successivamente in una specie di dormienza o di rallentamento nei mesi invernali.
Durante questi mesi l’acqua, l’umidità e la fertilizzazione dovrebbero essere ridotte mentre la luce andrebbe aumentata come successivamente descritto.
Luce e temperatura.
Come per le “sorellastre ibride”, necessita di un livello di luce di 10.000-12.000 lux in estate e leggermente superiore in inverno.
E’ una pianta da serra calda, in estate nel suo habitat naturale è sottoposta a temperature vicino ai 30° di giorno e 20° di notte, e così in inverno con la diminuzione di pochissimi gradi sia nelle massime che nelle minime.
Umidità.
Questa pianta necessita di un’umidità molto elevata e cioè dell’80% o più in estate, che dovrebbe essere ridotta di un 10% nel periodi che vanno da fine ottobre agli inizi di marzo, dove la pianta , anche in natura, rallenta.
Irrigazione.
In primavera e in estate, e cioè durante tutto il periodo vegetativo, le irrigazioni dovrebbero essere regolari ed abbondanti avendo però cura di lasciar asciugare le radici tra una bagnatura e l’altra. Di solito attendo un paio di giorni dopo che le radici si sono asciugate prima di annaffiare di nuovo.
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In anni di coltivazione ho notato che le radici delle Equestris sono molto sensibili, quindi, come in natura, uso acqua piovana o da osmosi inversa per irrigare, addizionata di pochissimo fertilizzante al secondo passaggio e quando si deve fertilizzare ovviamente.
Fertilizzante.
Durante la fase vegetativa e crescita attiva, uso 0,25 gr x lt di fertilizzante ad ogni irrigazione o 0,50 se decido di fertilizzare una irrigazione si e una no.
Substrato.
La coltivo in vaso con bark (Orchiata per la precisione) di pezzatura grande e cioè 12-18 mm, affinché il drenaggio sia garantito. Alle volte faccio un top dressing nella parte superiore del vaso ( si veda foto in articolo sullo sfagno per capire cosa intendo).
E questo è tutto! Buona coltivazione,